Discorso in aula per ratifica trattato internazionale sulla giustizia con la Repubblica di Armenia
Onorevole Presidente, onorevoli colleghi
Il partito Democratico voterà sì alla ratifica di questo trattato che fu firmato nel 2019. E lo farà, signor presidente, non perché all’epoca questo trattato fu voluto da un governo di cui anche il PD faceva parte.
Il nostro è un sì che non ha una ragione di colore politico o di tifo di parte. Il nostro sì arriva perché il Partito Democratico, e tutti noi, donne e uomini che animano questo movimento politico, crediamo fermamente nei valori che in esso sono racchiusi. E cioè, quelli della collaborazione, dell’agire rapido e transnazionale, di dottare gli inquirenti di quegli strumenti efficienti e attuali per combattere le mafie e una criminalità organizzata che non ha alcun limite nazionale nell’agire o nell’investire o ripulire denaro.
Se vogliamo combattere la criminalità dobbiamo, signor Presidente, essere capaci di mantenere il loro passo evolutivo e per questo per noi del Partito Democratico la ricerca di accordi bilaterali con Paesi non appartenenti all’Unione diviene fondamentale.
L’articolo 1 di questo accordo prevede specifiche forme di assistenza giudiziaria incluso l'esecuzione di congelamenti, sequestri e confische di beni che costituiscano provento di reati. Colpire i patrimoni della criminalità organizzata, aggredirli lì dove fa male e dove si limita la loro azione.
Io, presidente, ho avuto l’onore di collaborare con chi già negli anni 70 intuì quanto importante fosse combattere la criminalità organizzata aggredendo i loro patrimoni, quel Pio La Torre trucidato dalla mafia siciliana e il cui nome compare proprio nella legge 646 del 1982 che introdusse, di fatto, la pratica della confisca dei beni ai mafiosi.
Noi, signor Presidente, non possiamo che dire sì a un trattato che porta al superamento, così come previsto nell’articolo 5, del segreto bancario quando si richiedono, per ragioni di indagini, accertamenti bancari e finanziari.
Ancora, l'articolo 3 del trattato prevede che per rendere più celeri le procedure di cooperazione le competenti autorità giudiziarie possano comunicare e trasmettersi richieste di assistenza direttamente tra loro, con il solo obbligo di inviare copia delle richieste alle Autorità Centrali individuate dall'articolo 15, comma 1, della Convenzione europea (i rispettivi Ministeri di giustizia); mentre l'articolo 4 disciplina, in modo dettagliato, la possibilità di comparizione mediante videoconferenza, prevedendola per l'audizione di testimoni e periti nonché per l'interrogatorio di persone indagate o sottoposte a procedimento penale. La tecnologia al servizio della giustizia.
Signor presidente, con questo accordo facciamo un passo in avanti nella lotta alla criminalità organizzata a livello internazionale e dotiamo le forze inquirenti di potenti strumenti di azionare transnazionale. La speranza è che questa strada sia seguita anche per quanto riguarda la giustizia e il potenziamento delle indagini interne al nostro Paese, lì dove non si necessita di accordi bilaterali fra nazioni, ma solo di accordi fra le istituzioni dello Stato che giocano, o dovrebbero giocare, tutte nella stessa squadra.
Per le ragioni esposte fino a questo momento, signor Presidente, confermo il voto favorevole e convinto del Partito Democratico.
Grazie
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